Come l’agroalimentare può essere più resiliente con l’agrivoltaico

Lo studio di Legambiente “Città Clima – Speciale Agricoltura” parla chiaro: in Italia, negli ultimi dieci anni, dal 2015 al 2024, si sono registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura.

I dati raccontano di una crisi climatica che sta costando milioni di euro al settore agricolo italiano. Tra le regioni più colpite: Piemonte, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia, Veneto e Sardegna.

Nel Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc) si legge inoltre che al 2050 il settore dell’agroalimentare italiano rischia perdite economiche per 12,5 miliardi di euro all’anno in assenza di interventi di mitigazione e adattamento.

Una delle strade per rendere il settore agroalimentare più resiliente risulta essere l’agrivoltaico. Questa tipologia di impianti aiuta a ridurre l’evaporazione dei terreni, mantenendo livelli ottimali di umidità, supportando così la salute delle colture. Inoltre, in differenti casi gli impianti agrivoltaici sono stati impiegati per proteggere colture specifiche da condizioni ambientali dannose come grandine, forti piogge, ondate di calore o gelo. Tra gli altri vantaggi si evidenzia come l’ombra dei pannelli protegga anche le piante dall’eccessivo irraggiamento solare, soprattutto nelle ore più calde della giornata.

Ricapitolando gli impianti agrivoltaici possono offrire copertura alle colture, e allo stesso tempo diminuire le emissioni rallentando così il disastro ambientale che incombe sul settore e limitando anche il rischio di ingenti perdite economiche.